LETTERA PUBBLICATA NEL SITO
DEL PARTITO RADICALE
PER COMMEMRORARE I
NOVANTA ANNI
CHE AVRBBE COMPIUTO
MARCO PANNELLA
(†19 V. 2016-19.V. 2020)
(dal sito è possibile scaricare la versione pdf)
Buon compleanno, Marco.
Chissà se hai notizie di quello che accade qui da noi.
Magari sì, capace come pochi di “vedere”, là dove
un po’ tutti guardano; di prestare attenzione ai “segni” rivelatori e
anticipatori, di ascoltare e non
semplicemente sentire; di dire e non solo parlare.
In tanti dicono che
si combatte una guerra. Guerra globale, più terribile di quella che si poteva immaginare, perché non esiste un nemico appartenente al nostro
"genere".
Tu parole come “guerra” e “nemico”,
le detesti. Per te non ci sono “nemici” da combattere, perché troppe cose anche con loro si possono e si devono fare;
semmai sono avversari e la vera vittoria consiste
nel voler “con/vincerli”.
Hai dato e insegnato a dare corpo a quel “Spes contra spem”, che hai mutuato da Paolo di Tarso: quel suo passaggio della “Lettera ai Romani” dove si riferisce all’incrollabile fede del profeta Abramo: “Ebbe fede sperando contro ogni speranza e così
divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto...”.
Curioso che tu, il vieto
anticlericale, come venivi definito, il laico per eccellenza, seguace e figlio di quell’Italia che si snoda da
Felice Cavallotti a Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi, Mario Pannunzio... proprio tu coltivassi
straordinarie amicizie con personaggi il cui pensiero e la cui azione è un tutt’ uno con un
sentimento e una fede di credente. Del resto, non ti stanchi mai di citare Benedetto Croce, il suo “Perché non possiamo non dirci cristiani”... Quante volte hai evocato, assieme a Giordano Bruno, don Romolo Murri;
ne discutevi con il “cinico” Giulio Andreotti, grato per quel suo libretto: “I quattro del Gesù, storia di un’eresia”; e ti riconoscevi nel cristiano socialista abruzzese lui pure Ignazio Silone, nei suoi
“cafoni”.
Almeno una volta l’
anno partivi dalla breccia di Porta Pia, simbolo dello Stato laico; per
confluire nella piazza San Pietro, simbolo
della cristianità: a ricevere il “saluto” di quel Karol Wojtyla che eletto Pontefice salutasti: “Dio ce l’ha dato, guai chi ce lo tocca”. Vi siete “ri/conosciuti”,
quando entrambi siete
insorti contro lo sterminio per fame nel mondo. Ti si guardava increduli, ci
vedevi stupiti. Eppure quando di getto, su una bustina di sigarette buttasti
giù quell’ appello contro la nuova, quotidiana Shoah, te lo trovasti accanto, quel Pontefice; e
accorsero centinaia di premi Nobel superando diffidenze, ostilità, rivalità, fedi, differenti credi.
Ti annoieresti tu per primo, se ti elencassimo i tanti diritti di cui,
grazie a te, beneficiamo.
Certo: significa qualcosa se di volta in volta ti sei
trovato accanto Norberto Bobbio e Adriano Buzzati
Traverso, Guido Calogero e Elena Croce, Bruno De Finetti e Loris Fortuna,
Eugène Ionesco e Lelio Luttazzi , Domenico Modugno e Eugenio Montale, Indro Montanelli
e Pier Paolo Pasolini, Leonid Pliusc e Leonardo Sciascia, Ignazio Silone e Altiero
Spinelli, Enzo Tortora e Elio Vittorini...
L’Italia, gli italiani cui vuoi bene
e che te ne vuole: quella di Argentina Marchei, e di Felice Braibanti, di suor Marisa Galli; di
don Marco Bisceglie, di Luca Coscioni e di Piergiorgio Welby. L’Italia dolente e sofferente.
Come hai scritto, una volta? “...Amo speranze antiche, come la donna e
l’uomo; ideali politici vecchi quanto
il secolo dei lumi, la rivoluzione borghese, i canti anarchici e il pensiero
della Destra storica... Credo alla parola
che si ascolta e che si dice, ai racconti che ci si fa in cucina, a letto, per le strade, al lavoro, quando si vuol
essere onesti ed essere davvero capiti... credo sopra ad ogni altra cosa al dialogo...”.
Hai insegnato e mostrato che il
“dialogo” è possibile. Tu e pochi altri avete indicato una strada, un percorso; un obiettivo: gli Stati
Uniti d’Europa: la Grande Patria Europea, mai come in questo tempo, da opporre alle sempre
insorgenti, miopi, sciagurate tentazioni di un’ Europa
delle Piccole Patrie.
Una prima tappa, prima di arrivare a quella “Costituzione per il Mondo” su cui
nel 1948 cominciarono a
lavorare Giuseppe Antonio Borgese, uno dei tredici professori universitari che
non giurarono fedeltà al
fascismo, assieme a Piero Calamandrei, Thomas Mann e dieci studiosi e luminari del diritto americani. Fin
da allora avevano colto il nocciolo della questione: "(... ) Non è una esagerazione il supporre che la presente Costituzione possa fornire
sagome e capisaldi di studio, e istigare a ulteriori discussioni del problema del Governo
Mondiale ... Fuor da quadro di
tal problema
generale è impossibile, non che risolvere, neppure tentar di risolvere i
singoli problemi che travagliano il nostro
tempo".
Hai pazientemente spiegato: “Dove il diritto alla vita non ha forza con
gente che possa garantirlo, i diritti di coscienza, i diritti religiosi, di
sviluppo, di pensiero, diventano sovrastruttura astratta, priva di coerenza e
di forza teorica e pratica. Il disordine internazionale è imposto e alimentato dagli interventismi giuridici statalistici,
da regimi proibizionistici che conferiscono essi stessi forza tremenda e incontrollabile ai fenomeni che
pretendono di vietare”.
Avevi compreso come sia necessario “agire con efficacia e forgiare strumenti
che la consentano. C'è forse una nuove epopea da rappresentare,
nuovi orizzonti da tentare, nuove migrazioni, nuovi western, nuove fedeltà da affermare. Esiste
una possibile salvezza, ma dobbiamo sapere che i nuovi «pascoli del cielo» saranno esplorati
soprattutto nelle coscienze e nelle opere. Di questo nuovo esistono alcuni segmenti, e questi segmenti
sono destinati a essere spazzati via, o a essere assunti, trasformati, potenziati da altri...”.
Siamo consapevoli che si tratta di “imprese” più difficili di sempre.
C’è chi ci ricorda come la pandemia
da immunodeficienza acquisita HIV- AIDS, apparsa nel 198 1, ha provocato milioni di morti; ancora
nel solo 2018 si contavano 770.000 morti e 1,7 milioni di nuovi contagiati per un totale di
37,9 milioni di persone che vivevano con l'infezione per la quale non c'è ancora un vaccino. L'infezione da coronavirus è
ben altra cosa, per come avviene il contagio e
la virulenza del virus. Una pandemia ampiamente annunciata: non come possibile
ma come certa, solo che non si sapeva
quando sarebbe esplosa; sappiamo che ce ne saranno altre.
Caro Marco, hai saputo analizzare la
realtà, prevedere disastri puntualmente avvenuti, elaborato proposte per prevenirli. Ricordare che l'avevi detto, non
è sterile rimpianto di un passato passato, ma premessa necessaria per immaginare un diverso
futuro. Le proposte di “ieri”, sono valide ancora “oggi”.
Hai avuto l’enorme merito di
individuare: la lotta per istituzioni edificate sullo Stato di diritto laico, democratico, federalista, e quindi fondate sul diritto
alla conoscenza: uniche alternative alle forme più estreme totalitarie, autoritarie e militariste, e a quelle più
moderate, che oggi incarnate, per restare in Europa, nelle politiche
degli oligarchi polacchi e ungheresi. La questione dei diritti umani o è posta in termini di diritti universali, che
valgono per tutte le persone ovunque si trovino (e quindi il dovere di “ingerenza” nonviolenta nei
confronti di chi quei diritti viola), o non è.
Il coronavirus è la cartina di
tornasole di un mondo che si sviluppa sulla base di scelte politiche determinate da una certa finanza e
non da chi è titolare della rappresentanza politica.
Già nel 1979 denunciavi che le decine di milioni
sterminate dalla morte per fame, più che dalla penuria di alimenti erano la conseguenza e il risultato di un vero e
proprio "disordine economico internazionale".
Un disordine che continua a sconvolgere la vita del pianeta.
Diventa quasi ridicolo oggi dover
riformulare l'appello: “Stati Uniti d'Europa, adesso!”. Lo diventa perché non c'è uomo "di
Stato", "di Governo", dirigente politico che tragga
dall'infezione planetaria
che si patisce la prima, vera lezione: i grandi problemi non conoscono
frontiere, e possono
essere risolti solo abbattendole, non costruendone di nuove.
È una piccola parte di quello che, in questo tempo, vogliamo dire di te,
caro Marco. Per degnamente
festeggiare i tuoi 90 anni.
I firmatari sono oltre ai componenti del Comitato promotore, i
sottoscrittori nel numero
complessivo di novanta, uno per ogni anno
Firmatari della lettera Buon Compleanno, Marco (Una per ogni anno,
novanta)
Promotori
Elisa Marincola, portavoce Articolo 21
Maria Antonietta Farina Coscioni, presidente Istituto Luca
Coscioni Alessio Falconio, direttore Radio Radicale
Giuseppe Giulietti, presidente FNSI
Irene Testa, tesoriere Partito Radicale
Maurizio Turco, segretario Partito Radicale
Mario Baldassarri, economista,
presidente del Centro Studi Economia Reale Alessandro Barbano, giornalista
Massimo Barra, medico, fondatore di
Villa Maraini Francesco Maria Bei,
giornalista de La
Stampa Fausto Bertinotti, già presidente Camera dei Deputati Luca Bizzarri, attore e conduttore
televisivo
Laura Boldrini, già presidente Camera dei Deputati Paolo Borrometi, presidente di Articolo 21
Maurizio Brucchi, già sindaco di Teramo
Giovanni Burtone, sindaco di Militello (CT)
Edoardo Camurri, scrittore e conduttore televisivo di "Punto di svolta" su
Rai3 Lorenzo Capellini, fotografo
Gianni Celata, professore di Economia delle
imprese cinematografiche, Università degli Studi "RomaTre"
Michele Cervo, giornalista
Francesco Chiamulera, responsabile "Una Montagna di libri” Gian Marco Chiocci, direttore AdnKronos
Fabrizio Cicchitto, Fondazione
«Riformismo e Libertà» (ReL) Roberto Ciufoli, attore e autore
Matteo Collura, scrittore e giornalista
Luigi Compagna, accademico, già senatore
Stefano Corradino, portavoce Articolo 21, giornalista
RaiNews24
Bobo Craxi, già parlamentare, membro nuovo PSI
Stefania Craxi, senatrice FI (Forza
Italia), vicepresidente Commissioni Affari esteri Francesca D’Aloja, attrice e
scrittrice
Pier Virgilio Dastoli, presidente del Consiglio Italiano del Movimento Europeo Benedetta De Ghantuz Cubbe
Marina De Ghantuz Cubbe,
giornalista de La
Repubblica Francesco De Leo, direttore de IL CLUB
Manoocher Deghati, fotoreporter
Guido Del Turco, giornalista TG5
Ida di Benedetto, attrice e produttrice cinema/tv
Stefano Disegni, disegnatore e musicista
Davide Faraone, senatore, capogruppo IV (Italia Viva) Aldo Ferrara Massari, accademico
Università di Siena Nella Ficca Orlando
Flavia Fratello, giornalista La7
Tommaso Edoardo Frosini, professore di Diritto costituzionale, Università di Napoli "Suor Orsola Benincasa"
Paolo Franchi, giornalista
Carlo Fusi, direttore de Il Dubbio
Roberto Giachetti, deputato IV (Italia
Viva) Massimo Giletti, giornalista e conduttore televisivo Sandro Gozi, parlamentare europeo
Fulco Lanchester, costituzionalista Università di
Roma "La Sapienza"
Luca Landò, giornalista
Angela Lauro, associazione Il
Giardino dei Lauri Massimo Lauro, associazione Il Giardino dei Lauri Raffaele Lorusso, giornalista
Enzo Maraio, segretario PSI
Claudio Martelli, direttore
de L’Avanti
Guido Melis, professore di Storia delle
istituzioni politiche, Università di Roma "La Sapienza"
Sandra Milo, attrice e conduttrice
televisiva Michele Mirabella, presentatore e autore televisivo
Giuseppe Moles, senatore FI (Forza Italia), docente
universitario
Marco Mori, direttore di doppiaggio
Giampiero Mughini, giornalista,
scrittore e opinionista Riccardo Nencini, senatore IV-PSI
Alessandra Orlando, giornalista Rai
Edoardo Orlando, giornalista Mediaset
Antonio Pascale, giornalista e scrittore
Oreste Pastorelli, tesoriere PSI
Stefania Pezzopane, deputato PD (Partito Democratico)
Paolo Portoghesi, architetto, accademico Università
di Roma "La Sapienza"
Maura Ragazzoni, direttrice di doppiaggio
Niccolò Rinaldi, presidente "Liberi
Cittadini", già parlamentare europeo
Gennaro Sangiuliano, direttore TG2
Luca Sani, già parlamentare
Giorgio Santelli, giornalista RaiNews24
Maddalena Santeroni, presidente “Amici
Arte Moderna Galleria Nazionale Roma“
Fiamma Satta, giornalista e scrittrice
Roberto Secci, giornalista RaiNews24
Mario Sechi, direttore AGI
Filippo Sensi, deputato PD (Partito Democratico),
giornalista, blogger Nomfup
Mirella Serri, saggista e giornalista
Paola Severini Melograni, direttrice di Angelipress.com Marino Sinibaldi, direttore Rai Radio3
Vera Slepoj, psicologa e scrittrice Tullio
Solenghi, attore e autore Sergio Staino, fumettista e vignettista Anna Testa, giornalista e attrice Salvo Toscano, giornalista e scrittore Marina Valensise, scrittrice
Valter Vecellio, giornalista Tg2 Carlo Verdone, attore e regista
Vincenzo Vita, giornalista, già parlamentare