IL PENSIERO MEDIEVALE

 

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*  * 

 

L’lNFLUENZA DEGLI ASTRI

NELLA FORMAZIONE

DEL FETO

SECONDO

 ALBERTO MAGNO

 

Michele E. Puglia

 

 

SOMMARIO: INTRODUZIONE; LA TRASMISSIONE DEL SEME; LA FORMAZIONE DEL FETO; LE POTENZIALITA’ DELL’ANIMA DIPENDONO DAI CORPI CELESTI; LA VIRTU’ FORTIFICANTE E VEGETATIVA DI SATURNO; SATURNO DOMINA NEL PRIMO MESE DELL’EMBRIONE; LA FUNZIONE DI CIASCUN SEGNO DELLO ZODIACO; L’INFLUENZA DEI PIANETI SUL CORPO UMANO; LE TRE POTENZE DELL’ANIMA SI UNISCONO AL FETO; L’ABORTO;  IL NUTRIMENTO DEL FETO NEL VENTRE MATERNO.

 

 

INTRODUZIONE

 

 

A

lberto Magno (1206-1280), vescovo di Ratisbona dimissionario, pur essendo domenicano, cattolico, aristotelico di ferro (v. in Articoli: La scuola di Padova ecc.), e anche santificato, era ritenuto un mago come il papa Silvestro II (v. in Specchio dell’Epoca, L’educazione del giovane feudatario ecc.), Paracelso, e tanti altri, in quanto non solo si occupava di alchimia (credeva possibile la trasformazione dei metalli in oro e argento e nella pietra filosofale), ma anche di astrologia e scienze in genere. 

Tra le sue opere, oltre a quelle ufficialmente riconosciute se ne trovano anche di apocrife; nell’ottima, completa (a parte qualche svista!) e discussa (come tutto il resto in Internet, subisce gli attacchi di hackers falsificatori, sabotatori e distruttori!) enciclopedia virtuale Wikipedia, vi sono due elenchi delle sue opere ufficiali e delle apocrife (*).

Sia dal primo che dal secondo elenco, manca il libro di cui parliamo in questo articolo, intitolato “Gli ammirabili segreti di Alberto Magno”, del quale i pur preparati compilatori di Wikipedia non hanno evidentemente avuto notizia.

Il testo sarebbe stato tradotto dal latino in francese da un vecchio testo di Alberto Magno, e pubblicato a Lione (1781) “Chez les héritieres de Beringos Fratres, all’insegna di Agrippa” (i fratelli Beringos erano Godefridum et Marcellum (o Godefridus et Marcellus) di Lione (Lugduni), i quali avevano stampato testi di Agrippa, Galeno, Marsilio Ficino e altri umanisti); lo abbiamo trovato per puro caso e fortuna, come spesso succede, durante la ricerca di altro argomento, in “e-rara.ch” (v. in Recensioni: La grande biblioteca virtuale di Google), e alla prima occhiata ci siamo resi conto che il testo era pieno di interessanti notizie sul pensiero medievale, su vari argomenti, tra i quali abbiamo scelto quello che presentiamo, sul quale ci siamo buttati a capofitto perché l’influenza delle stelle sulla formazione del feto, salvo il caso di specifiche ricerche, è argomento del tutto sconosciuto.

Nell’avviso ai lettori, il traduttore riferisce che Alberto Magno aveva ripetutamente citato questo libro, ma ci sembra strano che i compilatori di Wikipedia, come detto  non lo abbiano indicato: potrebbero essere loro a dire se il testo sia autentico o apocrifo; in ogni caso, come abbiamo precisato in nota (*) possiamo considerare il contenuto autentico in quanto rientra nelle conoscenze di Alberto Magno che si rifà ad Aristotele, Avicenna, Averroé, e in genere alla dominante Scolastica (di cui abbiamo parlato nell’Art. su: La Scuola di Padova ecc.).

Il testo è diviso in quattro libri, a loro volta divisi in capitoli; il Libro primo, riguarda la generazione dell’embrione e del feto; il Libro secondo, le virtù delle erbe, delle pietre, degli animali; il Libro terzo, i segreti meravigliosi e naturali (virtù e proprietà degli escrementi e dell’urina con suggerimenti di urinoterapia!); e infine il Libro Quarto è dedicato alla fisionomia (fisiognomica) con cui dalle varie parti del corpo, sono indicate le naturali inclinazioni dell’uomo.

 

 

*) Sulle opere apocrife vi sarebbe da fare un lungo discorso che sintetizziamo col dire che in genere sono state scritte da persone preparatissime sull’argomento trattato, che hanno riportato pari-pari il pensiero dell’autore al quale hanno attribuito il lavoro, scritto per soddisfare la loro intima ambizione di sentirsi alla sua altezza, e, bisogna dire che in genere, come i tanti apocrifi di Platone, Aristotele e tanti altri, lo sono stati!

 

LA TRASMISSIONE

DEL SEME

 

A

lberto Magno il cui pensiero risaliva ad Aristotele, spiega il modo in cui   avveniva la inseminazione dicendo che quando la donna si congiunge con l’uomo eiacula il suo seme nello stesso momento in cui l’uomo emette il suo sperma (ricordiamo che si riteneva che lo sperma fosse prodotto dal cervello, come anche il muco, e attraverso due canali veniva portato ai testicoli!), e i due elementi si congiungono nella matrice (utero) o dietro questo, nella sede destinata dalla natura della donna e in questo momento avviene il concepimento con la formazione del feto.

Dopo aver ricevuto il seme dell’uno e dell’altra, la matrice assume la forma di una borsa in modo che nulla possa da essa uscire e nel periodo in cui è chiusa, la donna non ha più la sua ordinaria mestruazione.

Su questa, occorre rilevare che il mestruo nella donna non costituisce che un alimento superfluo che si manifesta una volta al mese iniziando all’età di dodici, tredici, al massimo quattordici anni; questo flusso è regolato ogni mese per purgare la natura; esso arriva, per alcune, durante la nuova luna, per altre, dopo; così tutte le donne non lo hanno allo stesso tempo e non soffrono lo stesso dolore, alcune soffrono di più, altre di meno, secondo la loro complessità e temperamento.

 

LA FORMAZIONE

DEL FETO

 

L

a prima materia che la matrice riceve durante i primi sei giorni, somiglia al latte; ciò che contribuisce a dare questo colore, è il calore naturale che fuoriesce dallo sperma (*) e dalla matrice della donna, sì che questa materia a causa del calore diviene bianca come il latte; poi, nello spazio di nove giorni prende il colore di sangue spesso, dopo di che le membra del feto, in dodici giorni si consolidano e si uniscono insieme; se alle volte nel ventre materno si formano diversi feti, come nel caso dei gemelli, ciò è dovuto al seme che si divide.

Occorre sottolineare, a detta dei filosofi, che ciascun individuo è composto di quattro elementi (acqua, aria, terra e fuoco! ndt.), di sorta che la materia terrestre procede alla composizione delle ossa, l’acquosa contribuisce a ciò che è necessario, così le altre.

Così la natura, nell’arco di diciotto giorni, ha cura di formare il viso, di dare al feto la lunghezza, la larghezza, lo spessore; dopo questo tempo e fino alla sua uscita dal ventre della madre il feto acquista nuove forze; occorre sottolineare che il feto di una donna si forma in quattordici giorni.

Tutto ciò che si potrebbe dire con tante parole e un lungo discorso è riassunto in questi quattro versi: 

 

durante sei giorni al latte il seme somiglia,

dopo nove del sangue esso prende il colore;

in dodici le membra si uniscono tutte insieme;

in diciotto l’uomo si forma e poi prende vigore.

 

Tra i filosofi vi è chi ritiene che uno dei pianeti domini ogni momento di tutto questo processo; occorre sapere, come sostiene Avicenna, che vi sono tre elementi, dei quali, alcuni seguono la disposizione della materia alla quale sono assegnati, altri la forma e altri insieme la forma e la materia; così composti, gli elementi materiale, formale e naturale si incontrano in tre maniere.

 

*)  Lo sperma secondo Avicenna. 

La materia dello sperma è alcune volte dura e ben cotta dal calore dei testicoli, di sorta che esso è come compatto come un latte rappreso e cagliato; è bianco e spesso di sua natura e il feto che da esso si forma è forte e robusto; vi è un altro tipo di sperma che si avvicina poco al latte ed è delicato, liquido nelle sue parti e il feto che si forma è minuto, di debole complessione; sovente la debolezza arriva al feto dalla natura e deriva dalla materia di cui il feto è nutrito nel ventre,  che serve da alimento anche quando la madre allatta.

 

 

LE POTENZIALITA’

DELL’ANIMA

PROVENGONO

DAI CORPI CELESTI

 

 

V

i sono elementi riguardo all’anima come la potenza di andare e dl muoversi; seguendo ciò che qualcuno ha scritto della natura, occorre riconoscere che tutte le potenzialità che ha l’anima racchiuse nel corpo, provengono dai corpi superiori e celesti; in effetti, il primo mobile che racchiude tutte le sfere inferiori, nel suo movimento giornaliero comunica con la sua influenza alla materia la virtù di esistere e il suo movimento quotidiano: il globo delle stelle fisse trasmette non solamente la potenza al feto di distinguersi seguendo le differenti figure e casualità, ma gli comunica il potere di differenziarsi seguendo le differenti influenze di questo globo.

La sfera di Saturno trasmette all’anima il discernimento e la ragione; dopo viene la sfera di Giove che dona all’anima la generosità e diverse altre passioni; Marte trasmette l’odio, la collera e tanto altro; il Sole trasmette le scienze e la memoria; Venere il movimento della concupiscenza; Mercurio la gioia e il piacere, infine la Luna che è l’origine di tutte le virtù naturali e la  fortifica (l’anima).

Perciò tutte le cose provengono dall’anima, che essa ha ricevuto dalle varie parti dei corpi celesti a ciascuno di essi attribuite, e ciò vale per tutto il corpo.

 

LA VIRTU’

FORTIFICANTE

E VEGETATIVA

DI SATURNO

 

 

O

ra, riguardo al corpo che è creato e formato dall’embrione per effetto e opera delle stelle che sono chiamate pianeti, occorre tener presente in primo luogo, che la matrice dell’uomo che deve essere generata, essendo presa e afferrata dalla freddezza e secchezza di Saturno, riceve da questo pianeta una virtù fortificante e vegetativa con un movimento naturale; è  per questo che i medici dicono di attribuire a Saturno la caduta dello sperma nella matrice, durante il primo mese del concepimento e in seguito con la sua freddezza e secchezza esso fa trattenere, prendere e durare il seme.

Da ciò sorge un dubbio: sapere se Saturno domina il concepimento di tutti gli embrioni sui quali occorre rilevare che la materia prima dipende dai corpi celesti e dai loro movimenti; ciò che ha fatto dire ai filosofi che tutto quello che è inferiore è soggetto a quello che è superiore e regolato dal suo movimento.  

Ciò presuppone che tutti gli esseri inferiori che si trovano qui in basso dipendono universalmente e in particolare da quelli di tutti i corpi celesti, perché nessun elemento può essere creato  senza la loro partecipazione e la loro influenza.

E’ per questa ragione che il Commentatore (Averroé v. in cit. La Scuola di Padova) dice che la natura non agisce e non fa niente senza la direzione delle intelligenze superiori; tuttavia gli astri concorrono in particolare con gli esseri terrestri: per esempio, un tal pianeta ha la proprietà di produrre una tal forma determinata e speciale; un altro pianeta, un’altra forma differente; ciò che si accorda all’opinione del Commentatore riportato nel suo primo trattato della generazione e corruzione è che tutti i corpi inferiori sono regolati e conservati dal movimento alternativo dei corpi celesti e degli elementi che entrano nella composizione di quelli misti.

Egli aggiunge che gli animali dipendono interamente dai pianeti che ne determinano e donano l’essere che devono avere; di sorta che tutti i corpi inferiori, tanto in particolare che universalmente, ricevono le influenze di quelli che sono ad essi superiori.

Se tutto ciò che è stato creato dipende ed è soggetto ai corpi celesti è necessario che qualche pianeta gli dia la forma determinata di qualche specie.

E’ chiaro e indubitabile che il seme che è entrato nella matrice, conserva le stesse potenzialità che aveva prima di venire ad esistenza, essendo questa potenzialità regolata indifferentemente dai corpi celesti; ne consegue che, ben lontano che questa materia riceva la forma che dovrà avere, essa ne avrà un’altra che sarà naturalmente contraria; è il ragionamento di Aristotele nel secondo libro della generazione e corruzione ove si dice che al levar del Sole gli animali sono pieni di vita e quando tramonta essi si addormentano e languono.

Ciò dimostra che tutte le creature dopo essere state preparate e disposte dalla Prima intelligenza, hanno ancora bisogno delle influenze  speciali di qualche segno celeste che loro imprima qualche forma particolare.

Da ciò risulta che in Saturno vi sono due potenze, l’una è quella di preparare la materia in generale, l’altra quella di dare una forma particolare; ma, poiché si dice che Saturno domina sempre nel concepimento dell’embrione, ciò significa che egli comunica una tale disposizione, che un’altra parte celeste non gli può comunicare. 

Così, se Saturno non domina in certe ore del giorno o della notte e che le sue influenze in quelle ore cessano, è perché un pianeta o una stella differente comunica un’altra forma che è contraria a quella di Saturno (in corsivo nel testo)  o  perché gli attivi non agiscono che su un soggetto ben preparato.

E se qualcuno chiede donde viene che tutte le cose sono così disposte, si potrà rispondere che Dio l’ha ordinato in questa maniera, che egli regna e governa tutto sovranamente e dona a ciascuna cosa una virtù propria nella proporzione in cui lo richiede la sua natura.

 

 

SATURNO DOMINA

 NEL PRIMO MESE

DELL’EMBRIONE

 

 

D

opo aver detto che durante il primo mese Saturno domina il concepimento dell’embrione, Giove prende il suo posto nel secondo mese e per un favore speciale e una virtù che gli è singolare, egli dispone la materia per prendere e ricevere le membra che esso dovrà avere; per di più, egli rinforza con un calore meraviglioso la materia del feto; dopo il terzo mese con il suo calore forma la testa e successivamente distingue tutte le membra, le une dalle altre; per es. separa il collo dalle braccia, le braccia dalle costole e così per il resto.

Il Sole domina al quarto mese, imprime le differenti forme del feto, crea il cuore e dà il movimento all’anima sensitiva, se crediamo ai medici e a qualche astronomo; ma Aristotele è di un altro parere in quanto ritiene che il cuore è generato prima di tutte le altre parti e che è da questo che esse si formano; altri invece sostengono che è il Sole ad essere la fonte e l’origine della vita.

Venere, nel quinto mese, perfeziona con la sua influenza alcune parti esteriori e ne forma altre come le orecchie, il naso, le ossa, la verga e il prepuzio nel maschio, la natura o vulva e le mammelle nelle donne; per di più essa separa e distingue le mani, i piedi, le dita.

Durante il sesto mese, sotto la dominazione e l’influenza di Mercurio si formano gli organi della voce, le sopracciglia, gli occhi; sotto lo stesso pianeta nel feto crescono i capelli e sorgono le unghie. 

La Luna nel settimo mese porta a termine ciò che è stato iniziato dagli altri pianeti perché riempie con la sua umidità tutti i vuoti che si incontrano nella carne; Venere e Mercurio umettano tutto il corpo e gli danno tutto il nutrimento che gli è necessario.

Si attribuisce l’ottavo mese a Saturno che per la sua influenza raffredda, e asciuga il feto e per conseguenza lo rafferma; è per questo che gli astronomi dicono che il feto che è generato in questo mese è moribondo o quasi morto; ma Giove che regna nel nono mese, ravviva il feto con il suo calore e con la sua umidità e chi nasce in questo mese è forte, sano, di lunga vita, in quanto il calore gli dà la forza, l’umidità una lunga vita.

 

 

LA FUNZIONE

DI CIASCUN  SEGNO

DELLO ZODIACO

 

 

O

ccorre ancora sottolineare che tutte le membra del corpo dipendono dai dodici segni dello zodiaco; l’Ariete è il primo di tutti i segni celesti il quale trattiene il Sole con moderazione, comunica il caldo e l’umido e sollecita la generazione; è per questa ragione che si dice che il movimento del Sole nell’Ariete è la fonte e il principio della vita, così gli attribuiscono la testa dell’uomo con tutte le sue parti; perché la testa è la parte più nobile del corpo; l’Ariete nel cielo è il più nobile di tutti i segni e con ragione dopo che il Sole corre con lui muore e eccita il caldo e l’umidità della natura, allo stesso modo che la testa nell’uomo è il principio dello spirito vitale.

Il Toro domina sul collo; i Gemelli sulle spalle; il Leone sul petto, sul cuore, sul diaframma; la Vergine sullo stomaco, sull’intestino, sulle costole, sui  muscoli; tutti questi segni si dividono il Cielo e non reggono né governano che la metà del corpo.

La Bilancia riguarda nella seconda parte le reni; è l’origine e il principio delle altre membra; lo Scorpione conduce propriamente alla concupiscenza sia per l’uomo che per la donna; il Sagittario il naso e gli escrementi; il Capricorno le ginocchia e ciò che è al disotto; l’Acquario, le cosce, i Pesci che sono gli ultimi comunicano la loro influenza sui piedi.

I dodici segni quindi, toccano le differenti parti del corpo; poiché non si creda che queste cose siano inventate e immaginarie prendiamo la Luna che quando è nel segno che la domina, aumenta la sua umidità, come si potrà constatare se si espone della carne fresca durante la notte ai suoi raggi, si generano dei vermi; se non si generano negli altri giorni, essi si formano durante la Luna piena.

Per ben comprendere ciò che stiamo dicendo, occorre rilevare con Alberto (Trattato del Sole e della Luna (!), inesistente, forse De Coelo et Mundo ndt.), che vi sono nella Luna quattro differenti stati; nel primo essa è calda e umida; nel secondo essa è calda e secca giusto nella sua plenitudine; poi, nel terzo essa diventa fredda perché decresce; nell’ultimo quarto essa conserva la sua freddezza fino a quando non si avvicina al Sole; è particolarmente in questo stato che essa corrompe ciò che è umido; questa umidità  può creare nell’uomo delle malattie.

Benché le donne in genere non hanno conoscenza o esperienza di queste cose, ve ne sono alcune che ne sono a conoscenza e se ne servono per fare del male agli uomini, quando hanno rapporti con loro.

Ciò si verifica quando essi contraggono grandi mali, infettandosi la verga, provocati da un ferro di cui si servono alcune di esse che sono sperimentate in certe malizie (il riferimento è alla contrazione delle malattie veneree come la sifilide, che si riteneva fossero trasmesse nel modo descritto e non per trasmissione della infezione durante il rapporto! ndt.).

Altri mali che provoca la Luna nell’ultimo quarto si verificano quando i suoi raggi si insinuano nella testa di una persona che dorme e gli procurano il mal di testa o la costipazione.

 

L’INFLUENZA

DEI PIANETI

SUL CORPO

UMANO

 

 

O

ra veniamo a parlare della influenza dei pianeti che gli antichi hanno denominato Dio della Natura, che domina sugli uomini, tanto riguardo al corpo quanto riguardo all’anima.

SATURNO: è il più elevato, più oscuro, più pesante, più lento di tutti gli altri pianeti, chi nasce sotto questo segno ha il corpo di colore oscuro, i capelli neri e spessi, la testa grossa, barbuto, lo stomaco piccolo, ha anche dei tagli ai talloni (e quindi diabolico come il Diavolo che ha gli zoccoli fessi! ndt.); riguardo all’anima egli è cattivo, perfido, traditore, collerico, melanconico (su Saturno e sulla melanconia v. in Art. Rinascimento magico alla Corte di Elisabetta I ecc.), di cattivo istinto, ama la sporcizia-oscenità, si compiace di portare brutti abiti, non è soggetto alla lussuria e alla dissolutezza, al contrario egli ha l’odio.

In una parola si può dire, seguendo il pensiero del mio maestro (Aristotele) che è espertissimo in questa scienza, che tutti coloro  che vengono al mondo sotto l’influsso di Saturno hanno le peggiori qualità del corpo e dell’anima.  

GIOVE: che è un pianeta dolce, brillante, temperato, fortunato, dona all’uomo che nasce sotto di lui un bel viso, gli occhi chiari, una barba piena; per di più quest’uomo ha i due denti superiori grandi e egualmente allineati l’uno con l’altro,  egli ha altresì il colore del viso bianco mischiato col rosso, i capelli lunghi.

Per ciò che riguarda l’anima egli è buono, onesto e modesto e vivrà per lungo tempo; egli ama l’onore, i begli abiti, gli ornamenti, si compiace dei gusti gradevoli e profumati; egli è misericordioso, fa beneficenza, è magnifico, gradevole, virtuoso, sincero nelle sue parole, grave nel movimento di norma con lo sguardo verso terra.

MARTE: l’uomo che nasce sotto questo pianeta, smoderato nel calore e nella secchezza, è di colore rossastro somigliante a quelli che sono bruciati dal sole; egli ha i capelli corti, gli occhi piccoli il corpo curvo e rozzo;  egli è incostante, ingannatore senza vergogna, soggetto a irritarsi, traditore, superbo capace di seminare discordia e dissenso.     

SOLE: chiamato ordinariamente l’occhio, la luce del mondo, dona a chi viene al mondo sotto questo pianeta (ma è una stella ndt.), un bel viso, occhi grandi, barba folta, lunghi capelli; qualcuno scrive che chi nasce sotto la dominazione del Sole è ipocrita,  e non ha che un bell’aspetto; altri dicono che egli ama le scienze e diventa molto dotto,;  vi sono anche quelli che lo considerano puntuale, pio, devoto, saggio, ricco, amante dei buoni e odioso dei cattivi.

VENERE: è un pianeta benefico, chi nasce sotto questo pianeta è bello  con gli occhi e le sopracciglia incantevoli, è di media statura; se si osserva l’anima è franco, piacente, dotto, ama la musica, il piacere, i divertimenti, la danza, gli piace usare begli abiti, il suo modo di camminare è gradevole.

MERCURIO: gli astronomi dicono che è sempre vicino al Sole da cui prende la sua luce; l’uomo che nasce sotto il suo segno è ben fatto di corpo, ha una taglia né troppo alta, né troppo piccola, una bella barba; quanto all’anima egli è saggio, sottile, ama la filosofia e lo studio, equilibrato nel parlare si fa degli amici, non è portato ad accumulare ricchezze; spesso dà dei buoni consigli, è sincero, mantiene la parola data, è incapace di infedeltà e di tradimento, non consiglia mai di far del male né si trova mai in cattiva compagnia.

LA LUNA: è il più agitato di tutti i pianeti, fa l’uomo errante e volubile, mutevole nella parola e inaffidabile, gradevole, di media statura, ha gli occhi ineguali e spesso uno è più grande dell’altro.

Occorre sapere che tutti i pianeti e le altre parti della sfera celeste influenzano e si comunicano per virtù divina e agiscono sempre necessariamente e così si può sostenere, senza tema di cadere in errore, come è già stato detto, che le cose terrestri sono governate dalle superiori e celesti, che i sacrifici e gli olocausti che si verificano nel mondo non possono coinvolgere le influenze dei corpi celesti che danno la vita e la morte. 

Come ha insegnato il principe dei filosofi (Aristotele) l’Uomo è ciò che di meglio sia nel mondo perché vi è una comunicazione e una forte empatia tra lui e i segni del cielo ed è al di sopra di tutta la natura; questa verità è confermata dalla corrispondenza che tutte le membra del corpo umano hanno con i dodici segni celesti per es. l’Ariete, Gemelli e Leone  comunicano per meravigliosa virtù il loro calore al cuore, al fegato e ai testicoli; il Cancro, il Granchio, il Toro e la Vergine la loro freddezza all’intestino, alla vescica e al diaframma; lo stesso lo Scorpione, l’Acquario e i Pesci che sono figure umide  influiscono con la loro umidità sul cervello, stomaco e polmoni; il Capricorno, il Sagittario e la Bilancia dominano su milza, bile e reni: Aristotele ha concluso che il Cielo è un contenitore composito e ciò che contiene, trasmette.

 

 

LE TRE POTENZE

 DELL’ANIMA

SI UNISCONO

AL FETO

 

Anche se fuoriesce dall’argomento trattato

abbiamo ritenuto aggiungere questo capitolo

(che abbiamo diviso in tre brevi paragrafi)

per chiudere l’argomento sul feto, in modo da poter

conoscere il pensiero degli antichi

su tutto il corso dalla sua formazione alla discesa

 delle tre potenze dell’anima

e  sugli accidenti che gli potevano capitare prima

della sua uscita dal ventre materno,

in particolare le cause dell’aborto,

tra le quali vi era l’attribuzione al fulmine

.... considerato invisibile (!) fino

alla sua fuoriuscita dal ventre materno.

 

 

B

isogna sapere quando e come le tre potenze che compongono l’anima, la vegetativa, la sensitiva e l’intellettiva (Aristotele, De Anima) si congiungono alla materia del feto.

Lo sperma, raccolto nella matrice della donna aumenta di volume: questo accrescimento deriva dall’anima vegetativa per una comunicazione del padre o di colui che ha trasmesso lo sperma, come spiegato nel Libro degli animali (Aristotele) dove è detto che questa potenza vegetativa ha due effetti, l’uno di generare e l’altro di servire come alimento, perché una pianta genera una pianta, un animale l’animale.

Occorre aggiungere che vi è una virtù generativa che serve alla generazione dell’embrione che sembra richiederlo la sua stessa natura, si aggiunge l’anima sensitiva e infine quella dell’altra specie.

Le due specie, vegetativa e sensitiva si distinguono per le loro funzioni, che oltretutto sono differenti; esse si somigliano quanto alla loro essenza, ma agiscono in maniera diversa, come dice il filosofo (Aristotele, De Anima).

L’embrione vive inizialmente come una pianta, e successivamente vive una vita animale; infine continua a vivere come un animale della specie umana; l’uomo ha per di più una virtù intellettuale che non si genera attraverso la materia ma che gli è infusa e inviata dal cielo; è ciò che si definisce il fine e la perfezione di tutte le forme che sono nell’universo.

I medici dicono che la prima vita (anima) è nascosta, la seconda apparente, la terza è eccellente e gloriosa; che il senso naturale viene dalla prima; che la seconda dona i sensi animali, il sentimento, la vista, gli occhi, il movimento volontario; la terza il senso spirituale dove si forma il discernimento, la ragione e tutto il resto.

Il tempo in cui il feto esce dal ventre della madre è di norma il nono mese; qualche volta arriva l’ottavo o il decimo e alcune volte più tardi; a volte alcune donne partoriscono nel sesto mese, e se hanno un accidente, ben lontano dal mettere al mondo un esse umano, emettono una materia morbida, bianca come il latte.

Vi sono parecchie cause di questo accidente, o perché la materia delle mestruazioni si è corrotta, o perché la matrice si è rotta a causa di una grande agitazione o infine per qualche altro motivo; è per questo che le donne abbandonate e quelle che sono sperimentate in queste malizie, quando sentono di essere incinte, cambiano sovente luogo e vanno da un paese all’altro, ballano e si agitano o infine hanno spesso rapporti con uomini e così a questo modo interrompono la gravidanza e per il piacere che provano nell’accoppiarsi e nel coito, esse dimenticano più facilmente il dolore e i mali che causa l’aborto del feto.

   

 

L’ABORTO

 

 

O

ccorre sottolineare che nelle giovani donne, sovente, o per spavento o per un colpo di fulmine, il feto che portano vivo nel grembo, muore o se il feto non si è ancora formato, il seme perde la forma umana che deve avere; la causa di ciò viene dalla paura che cambiando il corpo lo predispone alla malattia e in questo modo offeso, il feto soffoca, oppure può verificarsi che un fulmine penetri all’interno e distrugge e brucia ciò che incontra, anche se non appare nessuna bruciatura a causa della sottigliezza di certi vapori, che alcune volte è così forte da far morire un uomo; ciò avviene piuttosto per la forza del colpo, che per il calore, il quale segue la disposizione  naturale e interna in cui si trova il feto; dopo aver consumato col proprio calore, tutto il suo (del feto) calore radicale, il fulmine lo esaurisce.  

Alberto parlando della forza del fulmine assicura di aver visto una scarpa colpita da un fulmine senza che il piede fosse offeso  e un’altra volta che il piede, colpito, era stato interamente consumato dal fulmine, senza che la scarpa fosse minimamente danneggiata; si è visto anche i peli che sono intorno alla natura (sesso), fossero bruciati, senza che il corpo fosse stato toccato, ciò che fa evidentemente ritenere che il fulmine penetra nelle parti interne (invisibilmente) nella maniera che si è detto.

A questo punto ci possiamo chiedere, primo, se, mentre un uomo e una donna stanno facendo l’amore e sopravviene l’accidente di un fulmine, il seme al momento della eiaculazione riceva una nuova impressione che lo dispone ad avere un’altra forma, diversa da quella precedentemente ricevuta dalla natura; secondo, se durante l’eiaculazione del seme, il fulmine possa  impedire le influenze dei pianeti e se la materia del seme, tanto dell’uomo che della donna, ne possa essere offesa; terzo, se il fulmine possa comunicare al seme la virtù capace di formare un maschio dopo essere stato predisposto per una femmina, e al contrario, se il seme fosse stato predisposto per un maschio, se si può cambiare per ottenere una femmina.

Durante il settimo mese il feto nel ventre della madre sta bene se ha avuto movimenti naturali, ma se egli incomincia a lavorare (muoversi) per la sua uscita all’ottavo mese e nondimeno se egli esce in questo mese, egli muore per le fatiche a cui si è sottoposto nel settimo mese, che lo hanno indebolito; per quello che viene al mondo nel nono mese, egli è sano perché durante tutto l’ottavo mese si è riposato delle fatiche fatte nel settimo mese.

Occorre sapere che vi sono delle donne che soffrono più di altre perché capita che durante il parto il feto uscendo si presenta con le mani o con i piedi, ciò che immancabilmente causa dei grandi dolori e sebbene vi siano donne più accorte che spingono il feto per il dritto, nulla si può fare perché la madre non avverta il male crudele; da ciò deriva che molte madri, se non sono estremamente forti e robuste e sono deboli corrono il rischio di morire;

in ogni caso è certo che se il feto quando esce, presenta la testa, le altre membra la seguono ed escono facilmente, ciò che rende il parto dolce e meno doloroso.

 

NUTRIMENTO

DEL FETO NEL

 VENTRE MATERNO

 

 

A

lla fine di questo capitolo, sorge spontanea una curiosità: da dove il feto che è nella matrice, trae il suo nutrimento, visto che è chiuso da tutte le parti; occorre rilevare che il feto è ben rinchiuso nella matrice; egli ha una certa vena che attraversa la matrice e va dritto alle mammelle ed è a questo modo che il feto è concepito (nutrito) e formato, si indurisce perché la sostanza delle mestruazioni è cotta da un calore violento e divenuta bianca è ciò a cui si dà il nome di latte, e una volta cotto, torna attraverso la vena nella matrice e il feto se ne nutre come di un alimento per lui proprio e naturale; è questa la vena che le levatrici tagliano alla fuoriuscita del feto, ed è legata all’ombelico del bambino appena nato, al fine di evitare che nulla del corpo esca attraverso questa vena che si separa dalla matrice e che si chiama ombelico (per noi cordone ombelicale ndt.)

Chiudiamo con una curiosità  (tra le tante!) rivelata come un gran segreto, per sapere se una ragazza che afferma di essere “pulcella” (vergine) ha invece perduto la verginità:  prendete della polvere di polline da un giglio giallo e fategliela in qualche modo ingerire, se essa andrà a far pipì poco tempo dopo vuol dire che non è più "pulcella"!

 

 

FINITO

il

31.12.2015

H. 19.45

CENA

PRONTA H.20

ANELLINI CON LENTICCHIE

E SPUMANTINO

STOP.