RIVISTA STORICA VIRTUALE

www.rivstoricavirt.com

LA GRANDE BIBLIOTECA VIRTUALE

DI

GOOGLE



Come molti ricercatori sapranno, Google ha creato una grande biblioteca virtuale da cui si possono attingere testi non più soggetti a diritti d’autore, che costituiscono una vera manna per gli studiosi i quali, stando, comodamente nei loro studi, potranno scaricarli per consultarli e studiarli, tenendoli memorizzati nei loro computers.

Sappiamo che questo lavoro ha costituito per Google un enorme sforzo economico, l’intera umanità deve avere un debito di gratitudine, in quanto a questo modo si sta salvando un patrimonio che ad essa appartiene; è per questo che Google sarebbe meritevole del particolare riconoscimento del premio Nobel.


Per tutti i libri messi a disposizione, Google informa che:


Si tratta della copia digitale di un libro che per generazioni è stato conservata negli scaffali di una biblioteca prima di essere digitalizzato da Google nell’ambito del progetto volto a rendere disponibili online i libri di tutto il mondo.

Il libro ha sopravvissuto abbastanza per non essere più protetto dai diritti di copyright e diventare di pubblico dominio. Commenti, note e altre annotazioni a margine presenti nel volume originale compariranno nella riproduzione come testimonianza del lungo viaggio percorso dal libro, dall’editore originale alla biblioteca, per giungere fino al lettore.

Le linee guida di Google: orgoglioso di essere il partner delle biblioteche per digitalizzare i materiali di pubblico dominio e renderli universalmente disponibili. I libri di pubblico dominio appartengono al pubblico e noi ne siamo solamente i custodi. Tuttavia questo lavoro è oneroso, pertanto, per poter continuare a offrire questo servizio sono state prese alcune iniziative per impedire l’utilizzo illecito da parte di soggetti commerciali, compresa l’imposizione di restrizioni sull’invio di “query” automatizzate.

Le raccomandazioni di Google sono:

1. di non farne un uso commerciale essendo previsto che l’uso sia personale e non abbia fini commerciali.

2. Si chiede di non inviare “query” automatizzate; a chi sta facendo ricerche nel campo della traduzione automatica, del riconoscimento ottico dei caratteri (OCR) (che andrebbe decisamente migliorato in quanto il livello delle riproduzioni del ”full text” in OCR lascia molto a desiderare! ndr.) o in altri campi dove necessiti di utilizzare grandi quantità di testo, è rivolto l’invito a contattare Google.

3. Google chiede inoltre di conservare la sua “filigrana” (watermark) che è inserita in tutti i testi digitalizzati

4. Google chiede infine di fare del libro un uso legale, indipendentemente dal suo utilizzo, ricordando di non dare per scontato che poiché un libro è di pubblico dominio per gli utenti degli Stati Uniti, sia di pubblico dominio anche per gli utenti di altri paesi. Inoltre, poiché criteri di protezione del “copyright” variano da Paese a Paese non si possono offrire indicazioni se un determinato uso del libro sia consentito, e quindi si avverte che, poiché un libro compare in Google Ricerca Libri ciò significhi che possa essere utilizzato in qualsiasi modo e in qualsiasi Paese del mondo. Le sanzioni, avverte Google, per le violazioni del copyright possono essere molto severe.

La missione di Google è organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e fruibili. Google Ricerca Libri aiuta i lettori a scoprire i libri di tutto il mondo e consente a autori ed editori di raggiungere un pubblico più ampio.

La ricerca sul Web può essere fatta cliccando http://books.google.com


Queste righe di riconoscenza per Google, purtroppo mettono in evidenza un aspetto negativo dell’Italia che sta mostrando la propria farraginosità e arretratezza in questa evoluzione.

Il sistema italiano infatti ha previsto un Censimento Nazionale con testi in Formato Alternativo, che al solito, con l’ abitudine dei nostri burocrati degni discendenti di quelli bizantini usano parole ridondanti, per dire semplicemente che l’obiettivo è quello di ampliare il supporto allo studio e alla lettura... “alle persone disabili e dislessiche”.

Solo questo?

Riteniamo invece che lo scopo avrebbe dovuto essere lo stesso di Google o della Biblioteque Nationale di Francia, vale a dire quello di mettere a disposizione di tutti, indistintamente, abili e disabili, il patrimonio librario e questo per valorizzare in qualche modo le nostre biblioteche che hanno il merito di avere personale esorbitante ma sono organizzate in maniera poco efficiente, dove è possibile (si è verificato telefonando a una biblioteca provinciale del sud!), che nella richiesta di fotocopie (siamo ancora a questo!) ...ci si sente rispondere da una assonnata funzionaria, che si mostra scortese per essere stata, a metà mattinata, disturbata dalle sue divagazioni oniriche, che le pagine del libro sono sciupate e comunque la fotocopiatrice non funziona; oppure, se si cercano in Internet i numeri di telefono di una biblioteca (anche questa di una provincia del sud famosa per avere un esercito di funzionari), si trova che i numeri indicati sono inesistenti (!).

La catalogazione è stata dunque un lavoro monumentale ...senza alcun fine pratico, che sarebbe quello di poter avere la possibilità di scaricare testi, perché poco interessa allo studioso sapere che un testo si trovi presso una determinata biblioteca e poterne vedere solo le prime pagine!

Un piccolo sforzo comunque dall’Università della Sapienza di Roma è stato fatto con il sito Biblioteca Italiana dove si trovano opere classiche ma limitate, di autori italiani.

Ciò mentre abbiamo l’esempio della Biblioteque Nationale che ha messo a disposizione una buona parte del proprio patrimonio (per solo esempio, diciamo che sono disponibili tutte le opere di Voltaire, Michelet, Saint Simon ecc., e se volete leggere le Léttres di M.me de Sévigné... potete scegliere tra otto volumi e ciò oltre a opere di carattere generale, che di volumi ne hanno in quantità.

Questo, signori, si chiama prestigio, che risale ai tempi di Luigi XIV il quale quando esso non veniva riconosciuto lo pretendeva minacciando guerre!

E presso la Biblioteque Nationale si trovano anche manoscritti, come (lo indichiamo per curiosità) il “Traitez faicts entre le Grand Seigneurs & les Roys des France, Potentats & Republique de l’Europe, depuis le Regne du Roy Francois premier 1528 jusq’à Louis XIII, 1634...”, anche se il testo è poco leggibile in quanto ingrandendo le pagine i caratteri sfumano*.

Per nostra fortuna (si intende, dei ricercatori italiani) il nostro patrimonio librario è, in buona parte, condiviso con quasi tutte le biblioteche private o universitarie degli Stati Uniti che hanno avuto la generosità di mettere a disposizione di Google tutto il loro patrimonio librario.

E così troviamo testi che se non si fossero trovati nelle biblioteche americane, non avremmo mai potuto averli disponibili, perché le biblioteche italiane per arretratezza del nostro paese rispetto alle nuove tecnologie, i libri si preferisce tenerli gelosamente custoditi, e lasciarli ammuffire e mangiare dalle tarme.

Nel preparare la “Cronologia del 1500”, che con il presente numero è stata ulteriormente integrata, tra i tanti testi di quel periodo, abbiamo trovato il libro di Gerolamo Cardano ((1576 v. in Cronologia) “De rerum varietate” (Della varietà delle cose), di cui abbiamo riprodotto il frontespizio, e, chi volesse avere l’emozione di gustare un testo del ‘500, (anche se scritto in latino, non avendo avuto traduzioni in italiano) può scaricare da” Google libri” la copia datata 1588, che porta la dedica al principe vescovo di Trento, Cristoforo Madruzzo, messa a disposizione dalla Taylor Institution, Università di Oxford: Pensate, questo è un libro italiano che possiamo avere la possibilità di esaminare solo grazie alla generosità di biblioteche americane e inglesi!

Di Cardano si può scaricare anche la “Vita di Cardano”, scritta da Vincenzo Mantovani messa a disposizione dalla stessa Taylor Institution della Università di Oxford, nella edizione Sonzogno del 1821.

Ma vi è anche il Diario - manoscritto - del cardinale Pietro Aldobrandini legato del papa a Firenze, per il matrimonio di Maria de’ Medici con Enrico IV di Francia (1600), con “ex libris” di Giannalisa Feltrinelli.

Questi non sono che limitati esempi!

In Google libri si trovano (parliamo solo del patrimonio italiano, non considerando i testi in altre lingue) tutti i testi storici canonici italiani (per fare solo alcuni nomi) da Machiavelli, Guicciardini, Giannone, Sismondi, Botta, a Cantù, con le opere intere (come si trova anche la Patristica del Migne, per non parlare del Corpus Scriptorum Historiae Byzantinae di Niebuhr v. in questa Rivista, in Schede Storiche: “Storia della storiografica bizantina” con a fine articolo il par. “Omaggio a Jaques-Paul Migne”) e testi storici della Serenissima Repubblica di Venezia o tutte le opere letterarie di Pietro Bembo (1547, v. in Cronologia), opere “intoccabili e non facilmente accessibili” nelle monumentali biblioteche di Venezia, del Museo Correr o della storica Marciana!

Oltre a questi testi sacri della cultura, troviamo anche “curiosità (riportate nella indicata Cronologia) come quella di Remy Belleau (1577): “Les amours et nouveaux eschanges des pierres precieuses, vertus et proprietez d'icelles”(edizione 1576). Oppure di Ugolino Zanchini da Siena (1568, v. in Crtonologia) addetto come difensore al tribunale dell’Inquisizione, il Trattato (in latino, nella edizione del 1579).

L’unica richiesta per scaricare il pdf è costituito dall’indovinello di una parola astrusa, scritta con caratteri arzigogolati...probabilmente per sondare il grado di dimestichezza con i caratteri del ricercatore (ma ci dicono, per motivi di sicurezza perché i maledetti “hacker” le pensano tutte per creare problemi alla sociertà umana!); comunque se anche si sbaglia, non c’è da preoccuparsi...perché è proposta una parola di più facile lettura!

Insomma, la biblioteca virtuale creata da Google nella sua grandiosità non è altro che la risorta antica biblioteca di Alessandria dove gli studiosi del mondo greco si recavano per studiare gratuitamente: ciò perché la cultura deve essere liberamente accessibile per tutti e non riservata a soli privilegiati (anche la National Library inglese ha creato una sezione sul Rinascimento italiano, con testi in italiano di cui si possono scaricare solo alcune pagine ... non l’intero testo, a pagamento!)*.

Nel contesto della generosità di chi mette a disposizione per la consultazione gratuita vi è anche quella delle Università svizzere che hanno messo a disposizione tutti i tesori di libri antichi in loro possesso che si trovano nel sito <e-rara> un’altra miniera di libri antichi, raccoglie 14.718 volumi (del 1500 e 1600 o ristampe delo 1.800) con 6.650 testi in latino; 4.940 in tedesco; 2093 in francese; 686 in italiano e 458 in inglese.

Con immenso piacere siamo venuti a conoscenza di un comunicato stampa diramato da Google (dicembre 2012) di avere avuto a dispsizione i libri delle biblioteche di Roma, Napoli e Firenze da pubblicare in Intenet, che troveremo pubblicati entro un paio di anni: è veramente una grande notizia che sblocca lo stallo delle biblioteche italiane!

Vogliamo terminare queste note con il ricordo della grande biblioteca di Alessandria, che nel periodo del suo massimo splendore possedeva settecentomila rotoli, arricchita da un dono di Antonio a Cleopatra di duecentomila rotoli (è certo che queste cifre siano da ridimensionare, ma danno comunque la dimensione dell’interesse che suscitava il sapere umano nell’antichità)

Tanta ricchezza di rotoli era dovuto al lavoro degli scribi che vin lavoravano, e, non solo traducevano in greco testi assiri, ebraici, egizi, ecc., ma vigeva l’obbligo, per tutti i libri trasportati dalle navi che facevano sosta nel porto di Alessandria, di prestarli alla biblioteca per copiarli e una volta copiati venivano restituite... le copie, e trattenuti gli originali!

Tutti i testi erano conservati in due costruzioni separate, il Brucheion (si trovava nel palazzo reale) e il Serapeo. Questo fu distrutto dal fanatismo religioso del vescovo Teofilo (391) che aveva ordinato e aizzato i fedeli cristiani “a bruciare e distruggere i simboli dell’empietà” (la biblioteca è stata attualmente modernamente ricostruita).




*) Questo è un problema tecnico che dovrebbe essere risolto dai creatori degli hardware e software che pur essendo geniali per risolvere problematiche riguardanti giochi e fotografie (su cui è impostato tutto il business di questa tecnologia), per la scrittura e la lettura non riescono a dare soluzioni adeguate, dimostrando così di non avere molta dimestichezza per problemi che riguardano i libri, sia per chi scrive, sia per chi legge (a parte il particolare delle pagine di un libro che girano, vi sono molte manchevolezze che non si può neanche evidenziarle perché a volerle comunicare, questi grandi colossi non danno un indirizzo dove poter scrivere!).


**) I costi di riproduzione di un libro in Italia spesso variano a seconda dei casi; alcune biblioteche (comunali) mandano la copia in pdf a prezzi contenuti; altre eseguono le copie solo su CD, con prezzi insostenibili (oltre 80 €., contro la spesa più accessibile della Francia di circa 30 €!).

Ciò avviene anche per la BAV (Biblioteca Apostolica Vaticana) dove le riproduzioni sono solo su CD e per i primi 100 fogli (1-200 pagine) il costo di 50,00 €, ogni successivo gruppo di 50 fogli (100 pagine) costa 20,00 €.

Non parliamo di biblioteche che appartengono al patrimonio ecclesiastico di Seminari o Diocesi, che per una copia, compresi “i diritti di conservazione del libro” (sic!) chiedono dai 303 ai 166 €. ...pari al costo medio di un libro antico...che uno studioso non è in grado disostenere!