RIVISTA
STORICA VIRTUALE
Walter Scott
Natiolan Gallery – Edimburgo
MATTEW
HOPKINS
SCOPRITORE DI STREGHE
MOSTRO D’IMPUDENZA
E CRUDELTA’
(nel
racconto storico di Walter Scott:
la storia di Mattew
Hopkins
aveva ispirato
letteratura, teatro
e film tra i quali Il grande inquisitore
diretto Michael
Reeves,
con Vincent Price, del
1945)
SOMMARIO: IL CACCIATORE DI STREGHE; IL
MARCHIO DEL DIAVOLO;LA PROVA DELL’ACQUA; LA LETTERA DI
HOPKINS; LE ALTRE TORTURE; IL PROCEDIMENTO INUMANO A OALY E TRING; LA
PROFETESSA JOANNA; LA ABOLIZIONE DELLO STATUTO DI GIACOMO I.
IL CACCIATORE
DI STREGHE
M |
atthew Hopkins, avvocato, si era dato il titolo di “Scopritore generale di Streghe“ sostenendo
falsamente che gli era stato dato dal Parlamento.
Di lui si sa ben poco in quanto tutti i documenti (a eccezione di
un pamphlet scritto proprio da
Hopkins (*) che lo riguardano vennero distrutti dopo la sua morte. Walter
Scott ritiene che il suo luogo di nascita possa essere stato la città di Manningtree (Contea di Essex)
dove comunque era residente dal 1644, epoca in cui in questa città si era
gridato alla stregoneria e Hopkins aveva mostrato tutto il suo zelo e le sue
conoscenze, apprese per esperienza, nella caccia alle streghe.
Come cacciatore di streghe aveva operato tra il 1620-1647 durante il
periodo di maggior confusione del paese, causato dalla guerra civile inglese (1642-1651):
Un mostro come Hopkins, scrive W. Scott, non poteva esistere che durante la
confusione e le discordie di una guerra civile.
Egli, operava nelle contee di Essex, Norfolk,
Suffolk e Cambridgeshire, Northampton, Hurlington e Bedford; tra il 1644 e 46 si ritiene abbia
fatto giustiziare 300 donne, accusate di stregoneria o di rapporti col diavolo;
in ogni caso aveva fatto giustiziare più di tutti gli altri cacciatori, dei
precedenti 160 anni.
Aveva come aiutanti, John Sterne, una donna e all’occorrenza, altri
quattro sgherri; gli era stato permesso di esercitare l’attività come se fosse una professione
legale e andava da un indirizzo a un altro alla ricerca di streghe o
indemoniate; assisteva ai loro interrogatori che si svolgevano tra inaudite
torture che costringevano i malcapitati senza alcuna difesa ad ammettere di
aver commesso cose altrettanto assurde e impossibili, il cui risultato era
quello di costare loro la vita.
*) W. Scott annota che esisteva un pamphlet raro, scritto proprio da Mattew
Hopkins il quale alle accuse di crudeltà rivoltegli, di non far dormire le sue
vittime e di forzarle a marciare, sosteneva di non fare più ricorso a questi
metodi.
Il libretto, acquistato in una vendita di
M. Lort dal celebre bibliofilo M. Bindley, aveva per titolo: ”Decouverte
des Sorcières, en réponse à diverses questions faites reécemment au Juge tenent les Assises du Comté de Norfolk; et
maintenant publié par Mattew Hopkins, decouvreur de sorcères, pour l’utilité de
tout le royaume. Imprimé pour R. Royston, à l’Ange, dans Inn-Lane, 1667.
IL MARCHIO
DEL DIAVOLO
P |
rima di passare al dettaglio, scrive W. Scott, riferirò ciò che
aveva scritto il teologo Baxter, uomo pio e
coscienzioso, smarrito dai pregiudizi e dalla credulità: “Nessuno ignora il
gran numero di streghe furono appese tra il 1645 e 1646. Il signor Calamy, accompagnava i giudici nel loro circuito per
ricevere le confessioni delle streghe e vegliare che non si commettessero frodi
o ingiustizie. Avevo parlato con molte persone intelligenti, pie, istruite e degne
di fede che vivevano nella contea e qualcuno aveva parlato con chi era in
prigione e avuto le loro tristi confessioni. Tra coloro che furono appesi vi
era un pastore anglicano di nome Lewis che viveva a poca distanza da Framlingham. Egli aveva confessato di avere due spiriti
familiari, di cui uno lo spingeva a fare del male; un giorno era sul bordo del
mare e aveva visto navigare un naviglio a vela; lo spirito lo spinse a mandare
a fondo il bastimento; egli acconsentì e vide il naviglio colare a picco sotto
i suoi occhi.
Baxter passa poi alla storia di una madre che aveva dato al suo bambino
uno spirito sotto forma di talpa, dicendogli di conservarlo in un vaso vicino
al fuoco,e che, a questo modo a lei non sarebbe
mancato mai niente, e riferisce di altre sciocchezze somiglianti a storie che
le nutrici raccontavano ai bambini, che credevano, al fine di acchetarli.
E’ da
rilevare, scrive W. Scott, che Baxter in uno di
questi passaggi fa riferimento allo scopritore
generale di streghe di nome Hopkins, e senza giudicare quest’uomo che aveva
scoperto alcune centinaia di streghe e che aveva estorto delle confessioni che
questo brav’uomo considerava indubitabili.
Può darsi, prosegue Scott, che il teologo fosse uno di quelli che
credevano che lo scopritore generale avesse rubato una certa agenda in cui
Satana, per rendere un servizio alla sua memoria, aveva scritto i nomi di tutte
le streghe d’Inghilterra e che Hopkins si servisse di questo registro.
Il suo sistema era quello di spogliare la malcapitata e pungerla
con degli spilli nelle diverse parti del corpo per scoprire il marchio del
diavolo che egli supponeva fosse stato impresso alla strega in segno del suo
potere, marchio che si diceva servisse da mammella per nutrire i bambini che
essa aveva dal diavolo.
LA PROVA
DELL’ACQUA
H |
opkins si serviva anche della prova dell’acqua che riteneva una
prova fondamentale seguendo questo metodo: avviluppava in un drappo bagnato la
persona sospetta, legava i polsi delle mani e dei piedi e li trascinava in uno
stagno o in un fiume. Se affondava ciò era considerato a favore della vittima;
ma se galleggiava – ciò che capitava dieci volte su una quando la piazzava con cura sulla superficie
dell’acqua – era dichiarata colpevole in base al principio introdotto dal re
Giacomo, che trattando di questa grave prova, aveva detto che, come le streghe
avevano rinunciato al loro battesimo, è giusto che esse fossero rigettate
dall’elemento che serve a confermare questo sacramento, ciò che costituisce una
figura retorica – commenta Scott – e non
un argomento.
Hopkins aveva l’abitudine di tenere queste povere sventurate,
sveglie, per impedire loro di ricevere degli incoraggiamenti dal diavolo e
senza dubbio, per ridurle, a
causa delle veglie e del terrore, in uno stato vicino a una
completa follia.
Sempre con la stessa intenzione di farle confessare, tenendole
sotto scorta, le faceva marciare fino all’estremo, facendo lacerare i loro
piedi induriti, in modo da fornire nuovi motivi di confessione.
Diversi ecclesiastici e molte altre persone si rivoltarono contro
le pratiche di crudeltà di questo crudele oppressore di creature senza difesa e
occorreva avere del coraggio - commenta Scott - per fare quanto faceva un tale
miserabile, privo di ogni scrupolo e avere un sì gran credito.
LA LETTERA
DI HOPKINS
I |
l ministro di Hougthon della contea di Huntingdon, Gaul, ebbe il
coraggio di scrivere in favore della parte più debole e di conseguenza Hopkins
ebbe la possibilità di inviare a un funzionario di questa città la seguente
lettera, che offre, scrive Scott, un misto di ammirabile impudenza, di
fanfaronate e vigliaccheria:
“Presento i miei rispetti alla vostra grazia.
Ho ricevuto quest’oggi
una lettera per venire nella vostra città di Houngton
al fine di cercare delle persona mal disposte,
indicate come streghe. Nello stesso tempo apprendo che il vostro ministro ci è
contrario, per ignoranza; io ritengo, con l’aiuto di Dio, di andare più oltre,
al fine di ottenere un singolare giudizio in favore di tali persone.
Ho conosciuto nella contea
di Suffolk un ministro che ha tanto declamato dalla cattedra contro questa
scoperta e che è stato forzato dal comitato [Parlamento del luogo] a
ritirarsi nello stesso luogo. Mi meraviglio che delle creature così malvagie,
trovino delle persone (sopratutto membri del clero, alle quali tutti i giorni
si devono ripetere parole di terrore per convincerle dei loro crimini) che si
levano per prendere le loro parti contro quelli che chiedono piangendo l’aiuto
del re e che soffrono con le loro famiglie e i loro beni.
Andrò questa settimana a Kimbolton e vi
do un dieci contro uno che verrò
subito dopo nella vostra città; ma desidero sapere prima se la vostra città ha
molti partigiani di queste bestialità o se essa è disposta a riceverci bene e a
farci buona accoglienza come le altre dove sono già stato, senza di che,
lascerei la vostra contea di cui non ho ancora visitato alcuna parte e mi
recherò in un posto dove posso punire, e dove io punisco, non solamente senza
opposizione ma con i ringraziamenti e con la ricompensa [ad evitare che si
facessero speculazioni sul pagamento delle sue prestazioni, Hopkins aveva
fissato una tariffa di venti scellini per ogni città, comprensive di tutte le
spese di viaggio, soggiorno e per i suoi assistenti e non andava da nessuna
parte se non era espressamente invitato].
Così prendo da voi congedo e sono il vostro devoto servitore”.
LE ALTRE
TORTURE
DI HOPKINS
I |
l sensato e coraggioso ministro Gaul, ci
dice Scott, descrive le torture impiegate da questo miserabile uguali a quelle
usate dalla Inquisizione.
“Dopo essersi impadronito della supposta strega, egli la metteva in
mezzo a una camera su uno sgabello o un tavolo, con le gambe incrociate una
sull’altra o in un’altra posizione fastidiosa e se essa si rifiutava di sottomettersi
la assoggettava con delle corte. La lasciava così per ventiquattro ore senza
nutrirla e senza lasciarla dormire, perché egli diceva,
che dormendo sarebbe arrivato il diavolo a nutrirla.
Faceva fare un piccolo buco alla porta perché potesse entrare il
diavolo; e per timore che egli entrasse sotto qualche altra forma meno
riconoscibile, quelli che sorvegliavano la strega avevano l’ordine di spazzare
la camera di tanto in tanto e togliere i ragni e le mosche che scoprivano, e se
non potevano riuscire potevano essere sicuri che erano dei demoni”.
Nel 1647 Hopkins incominciò ad abbassare il tono delle sue
persecuzioni e a fare a meno di alcune crudeltà alle quali aveva fatto ricorso
fino a quel momento.
Verso lo stesso periodo una sfortunata vecchia donna era caduta
nelle mani di questo crudele miscredente, presso Hoxne,
villaggio della contea di Suffolk e dopo essere stata tenuta in osservazione
senza mangiare e senza dormire, aveva confessato tutti gli orrori d’uso e
dichiarato che il suo diavolo si chiamava Nan. Un
vicino di casa al quale la moglie aveva riferito questa storia, ne fu talmente
indignato che si recò nel locale dov’era la vecchia donna, la tolse alle mani barbare e cacciò
via lo scopritore di streghe; la vecchia donna dopo essere stata alimentata e
dopo aver riposato, non ricordava più la confessione resa, se non che tra le
sue galline aveva dato il nome di Nan a una delle
favorite.
Nel 1645 il locale Parlamento aveva nominato una commissione per
una inchiesta sulla stregoneria, ma le ricerche e le esecuzioni mantenevano lo
stesso ritmo precedente; l’indignazione popolare si levò contro Hopkins che fu
preso e sottoposto alla prova dell’acqua e non appena il suo corpo si mise a
galleggiare si convenne che anche lui era affetto da stregoneria e la città se
ne liberò, mandandolo via [ma
Hopkins continuò altrove il suo triste lavoro!].
Nel 1652, scrive
Scott, con la nascita della Royal Society, nata come associazione privata i cui membri si
riunivano attorno al dottor Wilkins,
dall’anno seguente iniziò a pubblicare le “Transactions of the Royal Historical Society
” e a dare un carattere nuovo e più ragionevole agli studi filosofici che
servirono a educare non solo le persone istruite ma lo stesso “popolaccio” [come lo chiama Scott, in cui comprende gli ignoranti di tutte le classi], più
restio a scrollarsi di dosso tante superstizioni e credulità.
Con la restaurazione
di Carlo II (1651) i processi continuarono poiché era sempre in vigore lo
Statuto di Giacomo I; nel Sommerset un giudice di pace
imbroglione, aveva iniziato con le inchieste che avevano permesso a un certo Hunt, di continuare il lavoro di Hopkins, ma questi
procedimenti furono annullati dalle autorità superiori e dodici donne
arrestate, furono salvate.
IL PROCEDIMENTO
INUMANO
A OALY E TRING
N |
el 1707 abbiamo l’esempio, riportato da Scott, di un procedimento
inumano e illegale a Oakly, presso Bredford: una donna di oltre sessant’anni sospettata di
stregoneria e desiderando giustificarsi da una accusa così vergognosa, si rivolse
ai vicini dicendo che intendeva subire la prova dell’acqua. L’amministrazione
parrocchiale acconsentì a questa prova e le promise una ghinea se essa avesse
provato la sua innocenza con l’immersione nell’acqua; la sfortunata fu legata
mani e piedi e avvolta in un drappo bagnato dopo averle tolto tutti gli spilli
che poteva avere sul suo vestito, perché si credeva che un solo spillo impediva
l’incantesimo di operare. Fu quindi trascinata fino al fiume d’Ouse per mezzo di una corda avvolta al suo corpo. Sfortunatamente
per la povera donna il suo corpo galleggiava, solo la testa rimaneva
sott’acqua. Si levò un grido generale che doveva essere appesa alla forca o
annegata e mentre era distesa e mezza morta sulla riva del fiume, la
ricoprivano di ingiurie. Un solo spettatore , per
umanità, prese le parti della sfortunata e si espose egli stesso allo stesso
trattamento. Qualcuno tra la folla suggerì la prova supplementare di pesare la
strega con la Bibbia della chiesa sostenendo che la Scrittura era opera di Dio
e doveva avere un valore di prova più di ogni altra; questo ragionamento
apparve convincente; la donna fu pesata con la Bibbia il cui peso corrispondeva
a dodici libri e la donna superò la prova; ma molti del popolaccio trovarono
questa operazione irregolare e avrebbero voluto che la donna fosse appesa o
annegata, come aveva dimostrato la prova dell’acqua.
Altro esempio fornito da Scott, si era verificato nel 1751 a un vecchio di nome Osborne,
che abitava con la moglie a Tring, contea di
Stafford; erano stati sospettati di stregoneria dal popolaccio e gli Ispettori
dei poveri, erano venuti a sapere che la canaglia, con una specie di proclama,
aveva intenzione di sottoporre gli sfortunati alla prova dell’acqua, essi
cercarono di porre degli ostacoli per proteggere la coppia facendola riparare
nella sagrestia di cui barricarono la porta. Ma non riuscirono a salvarla come
volevano perché il popolaccio si impadronì di loro e con una brutalità
inesprimibile, li trascinò in uno stagno dove la donna perdette la vita. Un
mostro dalla forma umana, prosegue Scott, che aveva assistito alla morte,
attraversando la folla, si mise a chiedere del danaro ... per il divertimento
che aveva loro procurato. L’altra vittima riuscì a salvarsi con molta
difficoltà. Tre individui furono arrestati per questo atto barbaro; uno di essi
di nome Colley fu condannato alla forca e la pena
eseguita.
Al momento della esecuzione, il popolaccio, invece che adunarsi
attorno alla forca, secondo l’uso, si mantenne a qualche distanza vomitando ingiurie
contro chi lo aveva messo a morte, dicendo che era un ragazzo onesto che aveva liberato la
parrocchia da una maledetta strega.
LA PROFETESSA
JOANNA
J |
anna o Johanna Southcote, nata nel 1750,
era vissuta fino all’età di quarant’anni nella domesticità della propria casa;
un bel giorno incominciò a rivestire il ruolo di profetessa e come donna
ispirata fece molti proseliti, non solamente tra il popolo ma nelle classi
superiori.
All’età di sessantaquattro anni (1814) disse di essere
incinta e annunciò che avrebbe partorito la terza persona della santa Trinità
che si sarebbe incarnata in lei; per questo avvenimento le furono fatti doni
magnifici e sontuosi.
Morì prima di partorire il 27 dicembre dello stesso anno; la setta
che aveva creato esiste ancora (Scott aveva ripreso la notizia da un giornale
del 1819 v. sotto); essa aveva predetto che quattro giorni prima di partorire,
avrebbe subito una morte apparente. I suoi seguaci ritengono che i quattro
giorni dovevano essere intesi in senso mistico e attendono ancora la
resurrezione e il parto di Joanna Southcote.
I suoi seguaci portano nelle loro processioni delle coccarde
bianche e una stola e un nastro giallo sul petto; per loro il giallo è il
colore di Dio, il loro messia si chiamerà Shelo.
L’Inghilterra, commenta Scott, può darsi che sia l’unico paese al
mondo dove simili assurdità abbiano potuto trovare dei partigiani.
Più precisi dettagli si
possono trovare in Londres 1819 pagg. 63-75.
LA ABOLIZIONE DELLO
STATUTO
DI GIACOMO I
I processi continuarono
fino XVIII secolo, anche dopo che la odiosa legge di Giacomo I, oggetto di terrore
di vecchie e povere donne, era stata abolita (1723), al nono anno di regno di
Giorgio II (1683-1760) in tutta la Gran Bretagna; tutte le altre leggi sulla
stregoneria furono abolite tra il 1827 e 1828.
Dopo la abolizione dello Statuto di Giacomo I, a coloro che
pretendevano di indovinare la buona fortuna, di scoprire gli oggetti rubati
ecc., considerati come impostori e vagabondi fu riservato il castigo della casa
di correzione; in Gran Bretagna si
sentiva appena parlare di stregoneria, in quanto, credere alla sua esistenza
era, fin nei cantoni remoti, vietato dalla legge che la riconosceva come
crimine e ne pronunciava il castigo, frattanto essa si affievoliva gradualmente
dopo che il popolaccio era stato privato di tutti i pretesti per rianimarla per
vie di fatto illegali e tumultuose.
*) W. Scott annota che esisteva un pamphlet raro, scritto proprio da Mattew
Hopkins il quale alle accuse di crudeltà rivoltegli, di non far dormire le sue
vittime e di forzarle a marciare, sosteneva di non fare più ricorso a questi
metodi.
Il libretto, acquistato in una vendita di
M. Lort dal celebre bibliofilo M. Bindley, aveva per titolo: ”Decouvert des Sorcières,
en réponse à diverses questions faites reécemment au Juge tenent les Assises du Comté de Norfolk; et
maintenant publié par Mattew Hopkins, decouvreur des sorcères, pour l’utilité
de tout le royaume. Imprimé pour R. Royston, à l’Ange, dans Inn-Lane, 1667.
FINE